venerdì 21 luglio 2006

Uffa 'sta Cina

Dopo la dipartita della quasi totalità dell'industria tessile, gli Stati Uniti stanno perdendo l'industria del mobile. L'Italia segue gli USA con poco ritardo questa volta. I nostri Aiazzone che piagnucolavano contro IKEA, hanno trovato la settimana scorsa sul catalogo Carrefour un comò, quattro cassetti, impiallicciato in similciliegio, a 69,90 €. Un letto matrimoniale con testata in legno massello, una volta ambito e costosissimo, sarà la spesa più piccola, a soli 139.90 €, per le coppie che, sempre meno, convoleranno a nozze. Insomma le nostre industrie a bassa tecnologia sono destinate a scomparire. Stanco di sentire le lamentele dei leghisti e dei precari, sono tornato in Cina dopo tanti anni, per vedere il programma. Anzi di più, con alcuni soci fra cui uno che ci lavora da trent'anni, abbiamo anche aperto un'agenzia a Shangai. Scendendo per strada la prima cosa che salta all'occhio è la massa di ciclisti. Ma a guardare bene, tantissimi non pedalano. Hanno la bicicletta elettrica. Mica scemi 'sti cinesi, costa poco, non inquina e non si fa fatica. Poi lavorano... Noi Milanesi, abbiamo sempre guardato storto i colleghi del sud, che lasciano squillare il telefono per ore. Abbiamo anche guardato con sufficienza ai colleghi europei, che alle 6 del pomeriggio sono a casa da un po'. Gli Shangaiesi ci battono alla grande, lavorano le belle 70, 80 o più ore alla settimana. Sono sfruttati dicono i nostri sindacalisti. Ma non è solo perchè gli operai guadagnano 40 centesimi all'ora che le cose vanno avanti così in fretta (tenete presente che una famiglia contadina porta a casa venti dollari all'anno). Telefonano tutti, dappertutto, anche perché un minuto da fisso o da cellulare costa uguale, 1 centesimo. Ma ora vi svelo il vero segreto di questo successo. In Cina è vietato praticamente tutto e il rispetto degli accordi è molto fluido.Tutti i politici ed i burocrati però sono legati a filo doppio o hanno amici e parenti nelle diecine di milioni di business che sorgono ogni anno. Quindi la complessa burocrazia millenaria ha trovato la massima sublimazione. Guarda, osserva, registra, ma segue il vento, e agisce il minimo indispensabile. Soprattutto, non mette i bastoni fra le ruote di chi fa. Nel tempo che occorre per avere le autorizzazioni per aprire un caffè a Roma, loro progettano e costruiscono: un centro commerciale, sei palazzi e l'autostrada per andarci. Se poi era abusivo ci sono due alternative, se funziona nessuno dirà nulla. Se non funziona, ci andranno ad abitare venti o trentamila, del milione di persona che arrivano ogni anno dalla campagna. Ah! e ci nasceranno e moriranno diecimila attività, assolutamente non previste da nessuno. Forse, hanno anche deciso che collegheranno Shangai a Pechino con un treno a levitazione magnetica di cui ora esiste solo l'idea. Non sanno neanche se daranno l'appalto ai tedeschi, che hanno costruito il tratto di Maglev che collega la città all'aereoporto (opera che fa cadere la mascella agli occidentali la prima volta che arrivano da queste parti). Il perchè è che devono finirlo prima delle Olimpiadi del 2008, e sanno che solo un'impresa cinese, con un illimitata risorsa di monod'opera, può farcela in tempo. Ma allora cosa ci vado a fare io, un comunicatore di 59 anni in Cina? presto detto.
Il nostro sistema, che avrebbe dovuto garantire a tutti uno stipendio fisso, la mutua e la pensione è ormai finito.
Per morire definitivamente ci metterà però troppo tempo (per me).
Nel frattempo preferisco cavalcare la bicicletta, elettrica, ed offrire alle aziende italiane non ancora decomposte, un po' dell'energia vitale che mi alimenta e vedo scorrere in un nuova frontiera.
Viva la Cina

3 commenti:

Neo ha detto...

Temi di grande interesse trattati con intelligenza e spirito critico.. complimenti!
Grazie per gli spunti di riflessione, passerò ancora a trovarLa.

Anonimo ha detto...

http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/economia/nostrolusso/nostrolusso/nostrolusso.html

http://www.repubblica.it/2005/h/sezioni/esteri/paperino/paperino/paperino.html

Ecco sintetizzata la bellezza della Cina in questi due articoli. Ma ancora con questo sogno della produttività a oltranza? Dell'efficiente ed efficace? Dello spirito imprenditoriale vuoto di ogni spirito umano? Le cose sono complesse, signori, impariamo ad usare il cervello. E a vivere il tempo che ci è concesso, soprattutto.

Anonimo ha detto...

Anonimo scettico, hai ragione anche tu.
Anche noi siamo stati terra di frontiera, ricordati della raffineria di RHO a Milano che noi tutti abbiamo respirato per i nostri primi 40 anni, dell'ICMESA con la sua diossina e delle mille fabbriche che hanno dato il dono del cancro a nostri padri e fratelli.
Volevo solo ribadire che se stiamo tutti fermi a piangerci addosso saremmo stati già soppiantati da qualche altra specie.

Ah! tra l'altro io sto lavorando per portare i prodotti di qualità della cucina italiana in Cina e non le borse di Prada contraffatte in Italia ...

cappuccino

cappuccino
il miglior Illy del mondo?

Shangai pollution

Shangai pollution
dalla finestra di casa mia

formaggi

formaggi
italiani ... assenti