sabato 26 gennaio 2008

Spazzatura & Caviale

Negli ultimi tempi si è parlato molto di un importante settore economico italiano quello della spazzatura.
Partiamo dai vertici spazzatura di questo paese.
Da una parte nostalgici, furbetti del quartierino divenuti potenti, neoclericali, mafiosi, avvocati e dall’altra sindacalisti, ex qualche cosa, voltagabbana, sedicenti professori, figuri, avvocati…
Spazzatura quindi, la maggior parte di loro non ha mai dovuto sporcarsi le mani (in senso fisico).
E’ vero che anche la spazzatura, opportunamente trattata, ha delle componenti preziose, poche come nel parlamento, ma ci sono.
Lo sanno bene i tedeschi di Germania e anche quelli di Brescia che con la spazzatura ci riscaldano la città, producono energia e allevano addirittura, con le acque reflue, gli storioni che producono un ottimo Caviale.
Ma allora, un giorno, da quella spazzatura di parlamento potrebbe anche uscire del Caviale?
Beh! come per trattare tutti gli affari sporchi e complessi, bisogna cominciare col ridurre il numero dei componenti.
Carta a destra, vetro al centro, plastica a sinistra e poi quello che avanza tutto insieme nel sacco nero, quindi bastano quattro partiti.
Con le calamite estraiamo i privilegi ferromagnetici e le raccomandazioni ferrose e ci facciamo l’acciaio per il ponte sullo stretto.
Con l’eliminazione dei privilegi ed i relativi risparmi in 7 anni ripaghiamo il debito pubblico (vedere il caso Fiat da bancarotta a utile in 3 anni).
Potremmo separare per gravità la biomassa umida degli ex Ministri e i miasmi dei loro portavoce per trasformarla in gas combustibile.
Quello che avanza lo bruciamo nel fuoco catartico dell’oblio, stando attenti alla diossina che questi rifiuti sicuramente vorranno emettere.
Allora dagli allevamenti delle Università liberati dai Baroni Raccomandati crescerà una vigorosa schiera di Storioni e finalmente avremo quello che tutti gli Italiani e tutto il mondo si aspetta.
Una classe politica giovane e preparata che non rubi troppo e abbia voglia di lavorare.
Per ora ci dobbiamo accontentare di esportare la spazzatura.
Ah! dimenticavo di dirvi che la spazzatura non ce la pagano, anzi vogliono 200 euro a tonnellata, trasporto a parte.
Ma non preoccupatevi i mezzi di trasporto ci sono già (sono quelli che la regione Campania già paga con i nostri soldi per non trasportare i rifiuti nelle discariche).

lunedì 24 settembre 2007

Fare la Spia

Sono stato un po’ in giro a New York ad Agosto, con calma e senza correre, come avevo fatto le trenta (o quaranta) volte precedenti. Alloggiavo ad Alphabet City nel Lower Est Side, una zona che solo fino a 7 anni fa era attraversabile solo con il rischio di ricevere qualche bottigliata dalle numerose gang che bivaccavano nei pressi. Un sacco di locali nuovi aperti: Cubani, Tibetani, Giappo/Francesi, EU (si europei), giovani in giro fino alle ore piccole. Allo JFK, sÏ l’aereoporto principale, c’è una nuova navetta automatica collegata alla metropolitana che in pratica elimina il traffico automobilistico tra i terminali ed i servizi dell’aereoporto. Un amico avvocato che ha curato gli affari legali della Port Authority legati ad espropri, autorizzazioni, comunità, comuni, parchi, ferrovie ecc ecc. mi ha detto che è stato un lavoro lungo… tre anni per trenta chilometri di sopraelevata. Poi sono andato nel Massachusset (il nome della tribù Algonquina che una volta abitava queste terre) nell’isola di Martha’s Vineyard, dove non c’è neanche bisogno di chiudere la porta di casa ed i vicini, quando arriva uno nuovo, gli portano una torta. Alla sera tardi leggevo via web le notizie italiane. Al di là della politica ormai in mano ai ciarlatani o nella migliore delle ipotesi in mano ai comici, l’ordine pubblico non esiste più. QQO non è la sigla del titolo indice del NASDAQ, ma il Quartiere Quarto Oggiaro dove la Polizia non entra più a Milano, ormai diventata come Napoli e tante città del Sud. Ma qual è in questo caso la differenza che ci distingue dagli americani? (anche dagli svizzeri). La gente fa la Spia. “Neihgbor Watching” (i vicini guardano) e le case hanno porte di vetro ed i giardinetti non hanno nemmeno le staccionate. In tutti i cantieri è messo in evidenza il numero di telefono, che chiunque può chiamare, per denunciare abusi, mancanza di sicurezza etc. Sulle Highway gli automobilisti sono invitati a segnalare la targa dei veicoli condotti in modo pericoloso. Per essere un paese in guerra costante allo scopo di procurare le materie prime a basso prezzo ai pochi elettori americani è un bel risultato. Fare le leggi, come da noi, senza avere il coraggio e la forza di farle rispettare è solo una beffa. La nostra educazione omertosa ha caricato “Spia” di significati negativi fin dai tempi di scuola e catechismo …chi fa la spia non è figlio di Maria…
007 e le mille spie simpatiche e avventurose della fiction non ci hanno modificato l’imprinting. Lasciamo perdere l’omertà cronica del Sud, ma anche a Bolzano, se vediamo un reato noi giriamo la testa. Quelli che pagano le tasse invidiano chi non le paga, come se questi ultimi non fossero a loro carico. La maggioranza cerca di fregare il più possibile e noi guardiamo da un’altra parte.
Devo dire che faccio sempre più fatica a tornare nella nostra bella Italia.

giovedì 26 aprile 2007

Bei Jing

Bei Jing, Pechino nel linguaggio storpiato che dai tempi del fascio ha trasformato Le Champs Elisèes in Campi Elisi.
Beh! Sono arrivato anche io nella capitale dell’impero di Mezzo. Oggi, domenica, in piazza Tien ammen c’era in visita la solita moltitudine di turisti cinesi che ammirava il cambio della guardia ai monumenti e alle bandiere. La solita devozione ai sacri simboli che aveva già stufato la mia generazione, figuriamoci le successive. Ma qui intorno ai palazzi del potere scorre un’intellighentia che da parecchio si è allontanata dai palazzi di casa nostra.
Ogni giorno ne scopro una buona. Premetto che sono un privilegiato, ho scambiato la mia casa sul lago di Como con quella di un artista/editore qui a Bei Jing. La casa è in un palazzo moderno che farà parte di un complesso di 9 che sarà pronto prima delle Olimpiadi. Questo progetto che si chiama MOMA prevede un sistema di costruzione quasi autosufficiente che prende energia per il riscaldamento dal sottosuolo. L’energia geotermica viene da centinaia di pozzi che arrivano a 100 m di profondità e scambiatori di calore, un laghetto artificiale, più giardini pensili per raffreddare con l’evaporazione.
Ma questo progetto, il più grande al mondo per uso abitativo, non è l’unico.
Il governo favorisce questi progetti e dà modo alle tecnologie tedesche e spagnole di trovare spazio e finanziamenti per progetti di superavanguardia.
Il più grande è quello che prevede la costruzione di una città grande come Manhattan di fronte a Shang Hai, tutta costruita sui principi che si stanno sperimentando qui e altrove. Questa meraviglia della tecnica vedrà la luce in occasione dell’Expo mondiale del 2010 sempre a Shang Hai e da questo centro si svilupperà nell’arco dei trenta anni a venire. Cosa vuol dire tutto cio? Vuol dire che qui non si sono dimenticati di progettare il futuro. Noi siamo impegolati in un sistema assurdo in cui i vecchi e gli inoperosi hanno più potere e più voti di quelli che, per il solo fatto di essere nati dopo, devono sobbarcarsene il mantenimento. Ma non possiamo mica farli fuori ! Certamente no, ma per noi il riequilibrio lo farà la storia, come sempre del resto. Bastava una guerra a rimettere in sesto l’economia. I più deboli morivano di stenti, i più facinorosi morivano sui campi di battaglia, lo status quo veniva frantumato e i furbi costruivano nuove ricchezze. Ma qui le guerre non si fanno più, da noi lo stesso effetto lo farà la noia, a poco a poco moriremo di noia guardando la televisione, le partite di calcio, la pubblicità e alla fine rimarranno solo gli immigrati extracomunitari. Quale intellighenzia secondo voi sta progettando il futuro dell’Italia? Il Berlusca? Il Casini? Il D’Alema? Il Fassino? Il Bertinotti? Il MonteZemolo? Tutti insieme? Beh! ragazzi siamo proprio messi male, ci tocca sperare nell’Europa della Merkel!

sabato 31 marzo 2007

Shangai

Shangai, sabato grigio. L’inquinamento oggi è alto, ma gli amministratori della città stanno già agendo – 25% in due anni. Le industrie inquinanti sono state rimodernate e spostate lontano. Le vecchie auto stanno per essere sostituite e le nuove policy sembrano più californiane che mai. Sono qui a lavorare/divertirmi per due settimane.
Non sono qui come tanti a cercare di produrre qualcosa a meno prezzo.
Non sono qui a vendere le nostre preziose mercanzie ai nuovi ricchi emergenti cinesi.
Sono qui sulla frontiera a vedere che aria tira. Vorrei provare a vedere se con la nostra creatività lombarda e napoletana possiamo vendere ancora qualcosa a questo miliardo e mezzo di esseri umani. Con alcuni soci sto cercando di esportare un po’ di Italianità in questo paese. Sto cercando connessioni. Connessioni con il passato e connessioni col futuro. Connessioni tra la gente in una città dai contrasti infiniti. Cerco di vedere se per gli italiani, che si sono accorti della Cina solo per protestare con 10 anni di ritardo sulla caduta delle barriere doganali, siano rimasti spazi possibili da riempire. Per la pizza abbiamo già perso la battaglia da molti anni. Oggi di fronte a Pizza Hut in Nanjin Road c’era una coda di mezzo isolato. I ristoranti Italiani sono troppo costosi (sono per gli expat). Qui si mangia MOLTO BENE in tutte le lingue con tovaglia e bicchieri per 7 euro. La birra ottima (ricette tedesche) costa 1 euro per la bottiglia grande, gelata seduti al bar. Se si rinuncia a tovaglia e ci si siede sugli sgabelli, anche in centro si mangia BENE, con mezzo euro. Ci sono più formaggi belgi, inglesi e tedeschi (la maggioranza sono francesi) che italiani. Guardate la foto dei formaggi al “fresh food” venerdì, l’unico con la bandierina italiana è il Gruyere (peraltro svizzero). Ci sono campi in cui i soliti, pochi, Italiani di valore, hanno occupato spazi interessanti. Del Vecchio con le sue acquisizioni di occhialerie cinesi e americane. Perfetti ha ficcato le sue caramelline dappertutto. I Rocher Ferrero sono in tutti i super (tante sono copie nonostante Ferrero abbia vinto la prima causa contro le contraffazioni). Sisley c’è ma, sembra americano. La Ferrari è uno status simbol, ma i portachiavi Ferrari sono falsi. Le nostre Marche sono pressoché invisibili qui, se non le si conosce e non le si va a cercare espressamente. Migliaia di Brand di tutto il mondo, infinite marche inventate a nuovo, dopo un giro negli enormi shopping center c’è da chiedersi dove siano gli Italiani. O meglio di nomi Italiani ce n'è tanti, quasi tutti finti, come Giordano che è di Hong Kong, Amani (senza la r) con un geroglifico a forma di aquila, e via dicendo. Ieri sera con sorpresa ho bevuto (lo giuro) il miglior cappuccino della mia vita. Il caffè era Illy naturalmente, ma la schiuma era finissima e dava un risalto mai sentito prima ai complessi aromi del caffè. Anche il locale era splendido e avrebbe fatto la stessa scena a New York o Parigi con in più un servizio (ed un prezzo) migliore. Non vi posso più tediare con i miei “grognement” è tardi, ora di chiudere.
Se c’è una morale in tutto ciò è che se vogliamo sopravvivere come paese, e non solo come un format di parco divertimenti, dobbiamo correre qui sulle frontiere a difendere le nostra qualità, con coraggio e umiltà.

martedì 6 febbraio 2007

e se lasciassimo lavorare solo chi ha voglia ?

La nostra società diventa sempre più complessa solo per continuare a garantire a tutti un lavoro già superato, obsoleto e in larga parte inutile.
Il ridicolo è che viene difeso strenuamente, creando enormi diseconomie a livello locale e mondiale.
Se spendessimo queste risorse per aumentare davvero la produttività e lasciassimo a casa un paio di miliardi di persone pur pagando a tutti una pensione, risparmieremmo le risorse sprecate per portare avanti e indietro milioni di container pieni di pupazzetti di Mc Donalds, souvenir di conchiglie incollate, Slim Fast e consimili per dimagrire dopo i troppi Hamburger…

mercoledì 3 gennaio 2007

SSSSSSS LUNGA

Hanno aperto una nuova SSSSSSSS lunga vicino a casa mia.
Vivo a Milano in un quartiere costellato di ex fabbriche che è diventato di moda.
Anzi ora che, dopo trent’anni di auge la moda di Milano sta tramontando, ci faranno pure la città della moda.
Si sussurra da tempo che sarà nella vecchia Ansaldo.
E’ stata una gara negli ultimi anni a chi ristrutturava meglio.
La Riva & Calzoni e diventata un museo della fondazione Arnaldo Pomodoro.
La ex Ferrochina Bisleri ospita agenzie di pubblicità.
E tanti atelier d’avaguardia hanno voluto qui le show room.
La ex fabbrica del surrogato di caffe Frank ospita Armani che si si è fatto fare il teatro da Tadao Ando.
I grandi fotografi lavorano al Superstudio nelle ex botteghe artigiane.
Architetti e designer si sono affollati a trasformare in loft gli spazi industriali e riqualificare le bellissime case popolari di Via Solari.
La Slunga è arrivata qui con il suo scatolone standard per le periferie delle città e mi ha lasciato la bocca amara.
Ci sono andato stasera all’imbrunire per vedere la novità.
Nel parcheggio regolava il traffico un gruppo di ragazzi immigrati, tutti belli e gentilissimi (devono avere fatto un casting).
Tutto pulitissimo ed illuminato, due piani! Salgo le slunghissime rampe per salire al primo piano e trovo gastronomia… e pescheria... e basta …
Ma come, qui c’era la possibilità di sperimentare, di cambiare!
Questo è un quartiere vivissimo e ricco, non siamo a Quarto Oggiaro (senza offesa ai quartoggiaresi).
Potevano dire all’architetto che questo punto vendita era in città! Potevano almeno evitare le finestre di alluminio.
E con tutto questo spazio cosa dire dell’eterna mancanza di sedie o panchine !
E dove è il bar o il ristorante o almeno la caffetteria, che ormai in tutti i paesi civili ospita i clienti che fanno una pausa.
Neanche uno specchio per guardarsi, come ci svelò Paco Underhill nella sua famosa analisi dei punti vendita!
Io mi aspettavo l’innovazione da nonno Caprotti.
Negli anni sessanta ci aveva stupito con la sua lungimiranza.
Primo fra tutti, nei settanta aveva pesantemente investito nell’informatica.
Negli anni ottanta, primo al mondo, sperimentava gli scanner ottici in viale Cassala a un paio di chilometri da qui.
Fu anche il primo ad introdurre e proteggere i prodotti tipici, con le famose settimane regionali e tantissimi prodotti di prestigio.
Tutto dimenticato nella logica opportunistica del category management.
Negli USA tutti invidiano e cercano di copiare, il successo mostruoso della qualità e degli assortimenti di Whole Food Market.
Le abitazioni che stanno nei paraggi aumentano addirittura di valore.
Ma noi chi aspettiamo? Che arrivi Tesco con i suoi the del pomeriggio?
Stiamo aspettando Wal Mart con i suoi sacchettoni da due libbre di patatine fritte?
Per me il signor Caprotti, quello che ha costruito il primo distributore moderno italiano, questo posto non l’ha neanche visto.
E’ solo uno dei tanti Zuper che la sua azienda apre qua e là.
Almeno così mi piace pensare.
Speriamo che arrivi una nuova generazione di imprenditori e di manager con le palle.
Anzi no, spero che arrivi una generazione di manager e imprenditori di sesso femminile, forse è l’ultima speranza di cambiare veramente qualcosa.

venerdì 6 ottobre 2006

ScontoQui

Targeting in Supermarkets made easy.
Via Optical codes or cellular calls deliver personalized coupons at the entrance of groceries stores.
Sorry, audio is only in Italian.

cappuccino

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il miglior Illy del mondo?

Shangai pollution

Shangai pollution
dalla finestra di casa mia

formaggi

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italiani ... assenti